»Potremo saldare il nostro debito con il passato solo se riusciremo ad
essere creditori del futuro.«

Federico Mayor Zaragoza

12 gen 2011

IL PARTRIMONIO CULTURALE E GLI OBIETTIVI DELLA TUTELA

Secondo l'articolo 2 della Legge per la tutela dei beni culturali slovena (Zakon o varstvu kulturne dediščine), i beni culturali sono definiti come: aree o complessi, costruzioni o stabili di diversa fattura, oggetti o gruppi di oggetti ovvero tutti i lavori materializzati e conservati che rappresentano il risultato della creatività dell'Uomo e delle sue molteplici attività, dell'evoluzione della società e dei suoi processi, caratteristici per i singoli periodi nello spazio nazionale e non, la tutela dei quali, per la loro importanza storica, culturale e civile, e da considerarsi di interesse pubblico.[1]

La peculiarità della disciplina di questa materia sta pero’ proprio nel fatto che essa non viene in contatto con una sola sfera legale e culturale, ma agisce nell'ampio spazio aperto della comunità internazionale. La definizione del patrimonio culturale in ambito internazionale deve perciò assolvere a criteri e bisogni di diverse tradizioni giuridiche e differenti concetti di patrimonio culturale nelle singole nazioni.

Nessuna definizione riguardante l'oggetto della tutela e’ giunta fino ad ora ad un consenso globale. Frattanto, ogni Stato decide autonomamente l'estensione del patrimonio culturale sul proprio territorio. Il concetto di patrimonio culturale varia da uno Stato all'altro, per questa ragione ogni trattato internazionale definisce il proprio campo di applicazione, specificando cosa intende per bene, monumento e patrimonio culturale.[2]

Trova un’approvazione generale l'idea che il patrimonio culturale dell'Umanità sia costituito dall'insieme di tutti i beni culturali. Di conseguenza, la domanda successiva non può che essere cosa sia un bene culturale e se la sua definizione sia di fatto possibile e sopratutto necessaria. G. Reicheilt e’ dell'avviso che il concetto di bene culturale deve rimanere aperto e dinamico: e’ perciò indesiderata ogni definizione universale ed oppressiva. Di parere simile e anche L. Prott, il quale asserisce che una definizione per scopi circoscritti all'attuazione di ogni singolo documento internazionale sia il massimo risultato ottenibile nell'attuale situazione di diversità culturale e delle sue manifestazioni.[3]

Il termine »patrimonio« nel senso di patrimonio culturale, venne usato per la prima volta nella Convenzione Europea per la tutela del patrimonio archeologico, adottata nel 1969 da parte degli Stati membri del Consiglio d'Europa.[4]

E’ interessante il punto di vista di David Lawenthal, che percepisce il »patrimonio« come un'eredita’, qualcosa di obbligatorio che riceviamo, volendolo o meno. Il patrimonio culturale definisce la nostra identità e la nostra appartenenza ad una famiglia, una comunità o a un popolo. [5]
Le raccomandazioni dell'UNESCO sulla salvaguardia del patrimonio culturale e naturale forniscono una definizione differente ma molto efficace. Il patrimonio culturale e’ definito semplicemente come ricchezza (ingl. Wealth), comprendendo non solo i beni di grande valore ma tutto ciò che con il passare del tempo ha acquistato valore culturale.
La percezione del termine di patrimonio tende a cambiare, allargarsi e contenere generi sempre nuovi di beni culturali (ad esempio il patrimonio industriale).[6]


  MINACCE AL PATRIMONIO CULTURALE
Numerosi sono i fattori che minacciano la conservazione del patrimonio culturale per le generazioni future. Il primo problema e’ rappresentato dalla fragilità dei beni stessi, che sono frutto del lavoro dell'Uomo e perciò incapaci di contrastare da soli il logorio del tempo. Molti beni culturali sono giunti fino ai nostri giorni in pessimo stato, siccome l'inizio della loro tutela risale a tempi abbastanza recenti.

Il patrimonio culturale, gia’ di per se debole, viene poi minacciato anche da processi, accadimenti, comportamenti e decisioni, che ne peggiorano le condizioni o sono in procinto di farlo. Gli interventi non autorizzati nel territorio, il turismo selvaggio e quello di massa, l'inquinamento industriale, gli interessi economici dei singoli e la disinformazione dell'opinione pubblica sono solo alcune delle influenze negative esistenti.

Indubbiamente e’ proprio l'Uomo ad arrecare i danni maggiori alle testimonianze del proprio passato. I casi di vandalismo, furto ed interventi selvaggi sono nei media all'ordine del giorno. I singoli proprietari, nel perseguire i propri interessi economici, intervengono illegalmente modificando gli edifici, trascurando irreparabilmente la manutenzione dei propri beni o gestendoli in modo inappropriato.

L'Uomo si manifesta come minaccia anche nella forma dello Stato e della politica ovvero del suo potere decisionale.[7] Il lavoro dell'amministrazione statale e’ spesso insufficiente proprio nell'insieme delle decisioni che riguardano i beni culturali, nelle strategie di tutela, nella cura per la qualità e nella funzione di supervisione oltre che nello sviluppo di un amministrazione efficace e continuativa del patrimonio.[8]

GLI OBIETTIVI DELLA TUTELA
La conservazione del patrimonio culturale per le generazioni future rappresenta l'obiettivo principale di ogni provvedimento di tutela contenuto in questa materia giuridica.

In senso generale, la conservazione del patrimonio culturale consiste in provvedimenti e azioni di tutela, nella conservazione e nell’usufrutto comune dei beni. In senso stretto invece, si tratta di azioni degli enti pubblici volti alla tutela dei beni mobili ed immobili, amministrati da istituti specializzati nel settore.[9]

Fisicamente e’ possibile proteggere il patrimonio li, dove si trova (in situ), con una apposita manutenzione e protezione dell'area. In alternativa, e’ possibile rimuovere il bene dalla sua collocazione originale e depositarlo in una struttura attrezzata. La protezione legale si forma invece con l'introduzione di appositi registri ufficiali, proteggendo le aree a rischio, stabilendo le procedure di tutela ed emissione di licenze, stabilendo i doveri dei proprietari e dei possessori di beni culturali, ecc.

 La funzione di tutela nel diritto dei beni culturali non va visto unicamente come strumento di tutela fisica del bene culturale, ma come tutela integrale del suo valore culturale in relazione al territorio d'origine.[10]

In conclusione, i principali contenuti e gli obbiettivi della tutela dei beni culturali, sono i seguenti:
  • prevenzione dei pericoli, mantenimento e restauro del patrimonio,
  • assicurazione di condizioni generali e materiali per la realizzazione delle funzioni culturali del patrimonio, qualunque sia la sua finalità
  • assicurazione di accessibilità al pubblico e possibilità di studio e ricerca del patrimonio
  • prevenzione degli interventi, che potrebbero mutare le qualità, il contenuto o la forma del patrimonio culturale, e di conseguenza il suo valore
  • cura per lo sviluppo del sistema di tutela del patrimonio culturale[11]



[1] Zakon o varstvu kulturne dediščine – ZVKD-1 (Uradni list RS, št. 16/08 z dne 15. 2. 2008)
[2] M. Petrič, Mednarodno pravno varstvo kulturne dediščine, n.d., str. 6
[3] Petrič, Magdalena, Kulturna dediščina kot skupna dediščina človeštva, Magistrska naloga, Ljubljana, 1998, str. 34
[4] M. Petrič, Mednarodno pravno varstvo kulturne dediščine, n.d., str. 6
[5] Ledinek, Nina, Pravno varstvo kulturne dediščine, diplomska naloga, Maribor, 2006, str. 8
[6] M. Petrič, Mednarodno pravno varstvo kulturne dediščine, n.d., str. 6
[7] Povzeto po: N. Ledinek, n.d., str.17
[8] Kovačec  Naglič Ksenja, Petrič Magdalena, Analiza stanja na področjih kulture in predlog prednostnih ciljev, Ministrstvo za kulturo, Ljubljana, 2002, str. 316
[9] K. Naglič, M. Petrič, n.d., str. 316
[10] M. Petrič, Mednarodno pravno varstvo kulturne dediščine, n.d., str. 7
[11] N. Ledinek, n.d., str. 10